Con il suo monologo ha attirato su di se gli strali di tanti, ma per me è stato uno dei migliori momenti televisivi degli ultimi dieci anni.
L'unica cosa di scontato che hanno i sui interventi è l'immancabile bufera che ne deriva.
D'altronde il ragazzo della via Gluck, per chi se lo ricorda a quei tempi, ha sempre tenuto una certa posizione senza mai smentirsi.
Le perle delle reazioni successive sono state (fonte "La Stampa" data odierna):
- Dino Boffo, ex direttore di "Avvenire": "nessuno in un regime di democrazia può disporre di un audience di 10 milioni di cittadini e dire quello che gli passa per la testa. Questa non è libertà di espressione, è spensieratezza. Ha parlato da irresponsabile"
- Il vescovo Domenico Sigalini: "In RAI ce lo riportammo noi, da tanto non ci lavorava più" palesando il potere della diocesi sulla televisione di stato.
- Gianmarco Mazzi, dir. artistico del Festival: "prendo 200mila euro e la metà va al fisco. Vivo dignitosamente, ma dal punto di vista economico non è conveniente".
- Lorenza Lei DG della RAI: "Gli uomini RAI devono stare nei luoghi propri, dove si governa il programma, non fare gli spettatori del programma". In questo modo non sarebbero sicuramente stati ripresi in prima fila ad applaudire Celentano.
- Liliana Cavani ex CdA RAI: "Con lui (Aldo Grasso, citato come "deficiente" da Celentano n.d.r.), c'e' una ruggine abbastanza recente: dopo la prima conferenza stampa di Sanremo, il critico disse che gli faceva tristezza che Celentano andasse a Sanremo per far pubblicità al suo disco.
In tutto questo ricordo semplicemente che una persona ha espresso le proprie opinioni in pubblico.
Poi a ognuno puo' rodere il culo finchè vuole.
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